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Le strategie di mercato oculate del Real Madrid per dominare in Europa

Il Real Madrid è, senza dubbio, il club più potente del mondo dal punto di vista storico. Negli ultimi anni, considerando il palmarès in Ligue des Champions della Casa Blanca, possiamo affermare con certezza che i Merengues sono stati i principali dominatori del calcio europeo. Alcuni potrebbero dire che ciò sia frutto di fortuna o di arbitraggi favorevoli, ma è innegabile che la rosa del Real Madrid non è costruita con ingenti spese. Contrariamente alla credenza comune, i Merengues investono poche risorse per formare il proprio organico, il che sorprende considerando che l'équipe è composta da nomi di riferimento mondiale e da tre tra i migliori giocatori del pianeta nelle posizioni più avanzate.

Come ha rivelato uno studio del giornale AS, dal 2016/2017, il Real Madrid è uno dei club europei che spende meno. In termini di bilancio tra spese e ricavi nel calciomercato, la situazione è negativa di soli 151 milioni di euro, con 896 milioni spesi per acquisti e 745 milioni guadagnati dalla vendita di giocatori. Questo risultato è nettamente migliore rispetto a 34 altri club nel mondo. Negli ultimi anni, il Real Madrid ha speso meno in termini netti rispetto a squadre come l'OM, Fulham, Cruz Azul, Ipswich Town e Bournemouth. Il PSG, ad esempio, si trova al terzo posto in questa classifica, con un bilancio negativo di 927 milioni di euro, mentre il Barça è sedicesimo, con 344 milioni.

Criticato in passato per le sue spese talvolta eccessive e poco efficaci negli anni 2000, soprattutto mentre il rivale barcellonese beneficiava di una generazione dorata dal proprio vivaio, il Real Madrid ha gradualmente cambiato strategia. Circa dal 2015, il calciomercato del Real Madrid si basa su tre principi fondamentali: l'acquisto di giovani talenti prima che approdino in altri club di alto profilo, la firma di giocatori esperti a scadenza di contratto e la possibilità di spese straordinarie per acquisire stelle disponibili sul mercato. Tra i primi, spicca Fede Valverde, prelevato dal Peñarol nel 2016 per soli 5 milioni di euro e ora valutato 130 milioni secondo il sito Transfermarket. Vinicius Jr, Arda Güler, Endrick e Rodrygo seguono questa linea strategica, tutti con un valore di mercato superiore al prezzo d'acquisto. I giocatori a parametro zero offrono ulteriori esempi, come Antonio Rüdiger, David Alaba e Kylian Mbappé, con Trent Alexander-Arnold atteso in estate. È bene notare che gli stipendi per i giocatori in scadenza sono comunque elevati. Jude Bellingham rappresenta un altro esempio di spese significative, così come Tchouameni, anche se quest'ultimo ha avuto un successo minore.

Tutte queste scelte sono dettate da una logica finanziaria. Negli ultimi anni, il Real Madrid ha osservato l'emergere di nuovi competitor sul mercato, in particolare tra i club inglesi, che sfruttano sempre più i diritti TV e gli investimenti esteri. Un tempo, il Real Madrid poteva contare sulla certezza di acquistare il giocatore desiderato, ma ora la situazione è cambiata e alcuni club offrono stipendi notevolmente più alti. È emersa quindi la necessità di analizzare il mercato in modo accurato per scovare i migliori giovani talenti e ridurre il rischio sugli giocatori già affermati. Un ruolo fondamentale in questa nuova strategia di scouting globale è svolto da Juni Calafat, responsabile del calcio internazionale.

Si tratta quindi di una nuova realtà finanziaria e di un contesto diverso. Florentino Pérez è noto per la sua determinazione e il suo obiettivo è rendere il Real Madrid il più autosufficiente possibile, riducendo la dipendenza da fattori esterni come prestiti bancari, diritti TV o ricavi da competizioni. Considerando che l'attuale ecosistema finanziario del calcio potrebbe crollare in qualsiasi momento, il presidente del club spagnolo punta a moltiplicare le fonti di reddito e a evitare situazioni imbarazzanti in caso di problemi di pagamento con un broadcaster, per esempio. Da qui la necessità di ridurre le spese e massimizzare i guadagni. La Fabrica, il settore giovanile del Real Madrid, si è rivelata un'importante fonte di entrate, con oltre 200 milioni guadagnati dalla vendita di giocatori formati in casa dal 2010. Sebbene il club non abbia ancora adottato pienamente una politica di trading, ha realizzato buone plusvalenze, come nel caso di Martin Ødegaard, e potrebbe mettere a segno operazioni simili in futuro. L'intento di trasformare il nuovo Bernabéu in una vera e propria arena in stile NFL, con ampie aree commerciali e concerti da parte dei più grandi artisti, va in questa direzione. Nella seconda metà del 2024, il Bernabéu ha generato infatti 43,9 milioni di euro, con un incremento del 177% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Questo spiega anche perché il Real Madrid si sia opposto al progetto CVC in Liga. Si tratta anche di orgoglio e prestigio; le figure chiave del Real vogliono dimostrare che è possibile competere e dominare anche contro i club-stato, soggetti a critiche da parte di Pérez in più occasioni. C'è anche il desiderio di prendere le distanze e di sfidare apertamente organizzazioni come l'UEFA e la Liga, con cui il presidente madrileno ha un rapporto teso. Senza scivolare in una megalomania, Florentino mira a dimostrare di essere superiore e ha chiaramente adottato una politica di "noi contro tutti, tutti contro noi". Questa strategia si è rivelata vincente, con sei Champions League vinte negli ultimi undici anni e risultati finanziari in continua crescita, con un fatturato previsto di 1,2 miliardi di euro per questa stagione. Tutti i bilanci sono in aumento, accompagnati dalla firma di importanti accordi di sponsorizzazione e da un incremento del 38% nei ricavi di marketing nel periodo luglio-dicembre 2024 rispetto a luglio-dicembre 2023. L'avvenire sembra dunque promettente sotto il sole di Madrid, anche se alla fine resta una verità: quella del campo.